La Redazione de L'Assurdo è fiera di presentare ai lettori un progetto geniale, ardito e veramente folle, che abbiamo scovato tra le pieghe del Web.
Proprio quando l'ardore della ricerca e la fiamma della speranza stavano per spegnersi, soffocate dal brodo liofilizzato e vermifero dela realtà multimediale, ci siamo imbattuti in questo blog, ribollente di Assurdità con la A maiuscola:
A realizzare questa meraviglia è Francesco Trombi, che ci concede di copincollare il racconto noir che trovate qui sotto. È davvero bello, e c'era da aspettarselo, dato che l'autore è un seguace del Formichiere.
Sano Delirio, in Giallo-Noir
Birra. Cruda
che cade sulla mia testa calda, mentre attendo che quel maledetto
procione bussi alla finestra. O alla portiera, non so mai da che parte
si avvicini.
E speriamo che si sia ricordato la parola d'ordine.
<<Carretto, ricordatelo>>
Spero non siano state parola al vento.
Bussa dal pavimento.
<<Parola d'ordine>> gli faccio pigramente, mentre spengo il phon.
<<Carretto, ricordatelo>> risponde lui. Dal suono della voce sembra stia mangiando una ciambella. Ora mi sente.
Entra che ha già deglutito.
<<Mangi
sempre in servizio, Richard. Ti ricordo che più di un procione è stato
scacciato dai Vigili del Fumo per questo motivo.>>
Lui mi
guarda con i suoi occhietti mascherati, nega debolmente. Mi ha sempre
visto come un maestro, solo perché la prima volta che ci siamo visti
indossavo una lavagna. Un bel vestito gessato, di colore verde: me lo
aveva regalato un Quadrato, compromesso in un traffico di lampadine
importate di contrabbando a Venezia. Tutti sapete che a Venezia le
lampadine sono state vietate dal Doge (che mi immagino come un
uccellaccio pieno di soldi, sporco come un gatto e leccapiedi come un
piccione. Maledetto Doge) per evitare altre morti di gente che avvitava
lampadine sott'acqua.
Quella sera
la stessa cosa. I ranocchi avevano comprato un carico di prolunghe per
tenere sotto scacco la città della Laguna, ma questo aveva fatto
scattare le attenzioni della gang dei giganti, mai contenti della loro
situazione.
Come fa un gigante ad agire nell'ombra? Frustrante.
I giganti
avevano dunque corrotto alcuni scaricatori di porto, che per guadagnare
sulla lista spese avevano a loro volta corrotto delle gazze ladre.
Appoggio il
gomito fuori dal finestrino. Le trombe della cattedrale squillano roche
nella sera, suonando un sacro jazz di benvenuto. Il porto ci sputa
addosso. Peccato che abbia appena fatto lavare la macchina.
<<Allora Richard, lo sai qual è il nostro compito stasera?>>
<<Allora.
Il traffico di diamanti che copre le prolunghe sta per essere scoperto
dalle gazze ladre assunte dai giganti, e le ranocchie sono davvero nei
guai. Dunque arrestiamo quei due rospi laggiù, eliminiamo le prolunghe.
Poi aspettiamo le gazze, tiriamo fuori una confessione, e arrestiamo le
pedine grosse.>>
Lo guardo. Troppo giovane per capire, troppo giovane per fingere.
<<Sei in arresto, Rick>>
Non resiste neanche, nemmeno una lacrima gli scorre sul pelo.
<<Come hai fatto a beccarmi?>>
<<Lo sanno tutti che le ciambelle le mangiano i giganti. Devi imparare a masticare meglio, Rick.>>
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