martedì 30 ottobre 2012

Elogio del Formichiere

di Francesco Trombi, curatore del blog Absurd is the Way.


Per questo primo post dopo gli attacchi subiti dalla Redazione, diamo voce a un giovane, a una nuova speranza per il Cosmo intero: ritorna Francesco Trombi, che ci ha gentilmente concesso di saccheggiare il suo blog, Absurd is the Way. A lui dedichiamo, d'ora in poi, la nuova rubrica "A volte un colibrì non fa giovedì".

 




Anteater è il suo nome, formichiere se lo si vuole descrivere in italiano.

Perfino Dalì, padre del Surrealismo, lo utilizzò per uno dei suoi bizzarri colpi di genio, così genuini, assurdi e degni di un album fotografico.

Già a livello fisico questo peloso animale, con quella coda che sembra uscita dalla fantasia erotica di una casalinga su uno Swiffer, le zampe che ricordano grassi Moon Boot con le extension, non è da poco!

Altro che foche, giraffe e cammelli, qui si parla di roba seria, il top dei top.

Un giorno un formichiere, che passeggiava nella savana, prese da parte il leone e molto amichevolmente gli strappò la criniera, per fargli capire chi comandava.

In quel momento nacquero le leonesse.

Andando avanti passò di fianco all'ippopotamo, dalla bocca larghissima, che lo prese in giro perché aveva una boccuccia piiiiiccola piiiiiccola.

Allora, senza scomporsi, il formichiere prese un vaso lungo e stretto, ci mise dentro la zuppa e lo spaccò in fronte all'ippopotamo.

Il bernoccolo che gli spuntò fece nascere, dopo una notte di passione con una cavalla, un rinoceronte e un unicorno.

Andando ancora avanti, incontrò le scimmie (pronunciatelo bene, scivolando su sci e calcando bene su mmie), bercianti esseri di cui l'uomo è una caricatura, che lo prendevano in giro perché camminava a pugni chiusi, mangiando insetti con la lingua lunga, monoforcuta.

Allora il lingua lunga, amichevolmente, prese quei quattro scimpanzé e li picchiò talmente forte che da quel giorno gli scimpanzé si arrabattano con bastoni e canne dell'acqua per tirare fuori le formiche dai formicai, e mangiarle di gusto; di notte sognano l'anteater, che li picchierà ancora se smetteranno di mangiare il cibo degli dei, le formiche.

Questo per dire che la morale della favola è che senza il formichiere non esisteremmo: Egli, nella sua pelosa saggezza, ha obbligato le scimmie a cercare un modo per mangiare le formiche (non avendo la sua utilissima proboscide), e dunque le ha obbligate a usare il cervello.

Chi sa fare due più due (ma anche chi pensa che faccia tre, cinque o venti) capisce bene che senza l'anteater, ora le scimmie sarebbero ancora scimmie, e noi non saremmo uomini, ma saremmo scimmie.

La favola insegna anche che è meglio non fare arrabbiare il vero Re della savana, se non si vogliono mangiare formiche tutta la vita.

venerdì 26 ottobre 2012

Attacchi ripetuti alla Redazione

Ormai possiamo affermarlo senza dubbio: L'Assurdo ha subito un attacco in piena regola.
Martedì 9 ottobre, alle 10 in punto, un pellicano dalle zampe feline ha fatto irruzione nella sede della Redazione, a quell'ora gremita di collaboratori, sputacchiando tessuti biologici infetti e morendo, pochi minuti dopo, tra rantoli e tremori.
Tutti i presenti sono stati contagiati e i referti medici parlano chiaro: psittacosi pseudolatrante, una malattia frutto della modificazione in laboratorio di vermi cerebrali naturali, divenuti in grado di essere uccello-trasportati.
Per questo siamo stati inattivi per così tanto tempo: i vermi tipici di questo morbo si installano nelle circonvoluzioni superficiali dei cervelli contagiati e iniziano a latrare senza sosta, irritando i neuroni e le sinapsi. Ragionare è impossibile, coordinarsi è impensabile.
Quello del 9 ottobre è solo l'ultimo di una serie di attacchi: il giorno prima un virus informatico è entrato nel nostro account Twitter, rendendolo inservibile e tempestando i nostri poveri contatti con chili di spam. Oggi Twitter ha reimpostato il tutto, ma certo non è stato un piacere...
E poi ci sono gli insulti che ci sono stati recapitati da certi ambienti dell'editoria italiana. Ambienti in cui, alla faccia della cultura e dell'amore per la letteratura, si fatica ad usare correttamente i congiuntivi.

Ci viene un dubbio, poi. In questi ultimi tempi ci stiamo occupando di un'indagine alquanto spinosa, che potrebbe svelare segreti pericolosi intorno a un complotto a dir poco eclatante.
Forse qualcuno vuole fermarci?
Sicuramente si tratta di un'ipotesi plausibile.

Cosa fare, dunque?
Rimetterci in pista, ora che abbiamo recuperato le forze.
Tornare, come prima e più di prima, ad urlare quelle verità che in tanti non sanno accettare.
Combattere contro che ci vorrebbe zittire, smascherare il nemico e sconfiggerlo.
Sappiate, oppositori del nostro progetto, che non ci piegherete.
Non faremo come i rospi, che abbassano la testa. Saremo oche artiche, capaci di volare in alto.