mercoledì 7 maggio 2014

Falene


La sera, molto spesso, arrivano le falene. A volte solo alcune, a volte migliaia.
Calano dalle colline quando il sole, titubante, inizia a inabissarsi, volano incerte e irregolari, attirate da non si sa cosa, imprevedibili.
Ogni sera le aspetto, col mio schiacciamosche in mano. Non le reputo pericolose, non sono insetti aggressivi, e non mi creerebbero nessun problema se non fossero una costante, al crepuscolo. Ma mi infastidiscono. Mi infastidiscono tremendamente, perché mi svolazzano attorno e addosso, e quando ci sono loro non riesco a pensare, o meglio non riesco a pensare ad altro che a loro, e al fastidio che mi danno.
Quando sono tante finisce che non riesco nemmeno a muovermi.

La sera, quando sciamano, ammazzo le falene. Ingaggio con loro una lotta serrata, ne uccido a decine sperando che, la sera successiva, ne arrivino di meno.
In un armadio conservo i loro piccoli cadaveri. Col tempo avvizziscono e si trasformano in polvere, ma non li getterò mai via.
Non voglio dimenticare i miei successi.

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