lunedì 13 maggio 2013

La Religione che vogliamo

Puntata n°6 di "Essere australopitechi oggi", rubrica regressiva a cura di Grrrugl.


La religione, nell'immaginario collettivo, è una questione complessa.
Una questione filosofica.
Una questione di sfumature e sottintesi, concetti e preconcetti.
Gesù Cristo è sul serio l'incarnazione di Dio? Maometto è stato un vero profeta? La divinità è immanente o trascendente?  La materia è bene o male? Esiste un mondo, al di là di questo? La Madonna era vergine o se la godeva anche lei?
Da millenni la gente si scervella (quando non si scanna) per questioni come queste.
Noi primitivisti vogliamo dire basta all'inutile boria dei religiosi e allo spargimento di sangue che ne consegue.
Crediamo di avere la soluzione, e in pochi passaggi convinceremo anche voi.

Qual è  il comune denominatore delle controversie teologiche?
Fermandosi un attimo è facile capire che tutti, ma proprio tutti, i battibecchi religiosi nascono dalla complessità insita nelle diverse fedi. In nome del puntiglio e dell'amore del dettaglio teologi e pensatori, eremiti e fratacchioni si scervellano da secoli, e si ritrovano ad essere così appassionati alla loro personale astrazione mentale, da voler sgozzare chiunque non la pensi come loro.
Ci sono due soluzioni, apparentemente: eliminare il desiderio di prevaricazione e dominio o eliminare la complessità del pensiero religioso.
Ma il desiderio di dominio, ne converrete, è insito nell'animo umano fin dall'alba dei tempi, al contrario dell'astrusità del pensiero moderno.
Dunque è chiaro che l'unico modo per eliminare i conflitti religiosi è eliminare la complessità dal pensiero umano.

Cosa sostituiremo, dunque, ai tomi dei filosofi scolastici e alle encicliche papali?
Una religione senza pensiero.
Una religione di pura emozione.
Una religione che tocca l'apice della propria complessità nello stupore di fronte al sole che sorge, a un fiume che scorre, a un bambino che nasce.
Da dove credete che giungano le domande che l'uomo si pone da millenni, se non dalla contemplazione di ciò che abbiamo intorno?
Cosa c'è di più profondo, religioso, spirituale e appagante che fermarsi prima che il cervello inizi a macchinare?
Eccola qui, la nostra proposta religiosa: guardate il sole splendere in cielo, guardate l'erba che cresce, sentite sulla vostra pelle il calore dell'estate e il freddo dell'inverno, riempitevi i polmoni dell'odore della pioggia, saziate i vostri occhi con lo spettacolo dei fiori.
E fermatevi.
Non fatevi domande.
Vale di più un raggio di sole che una notte di preghiere.

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